Rispetto a cosa si intende per “Educazione allo sviluppo” sono state date negli anni varie definizioni e legittimazioni nell’ambito delle politiche di cooperazione e delle politiche educative. In particolare le istituzioni italiane ed europee si sono così espresse:
- La legge 49 del 1987 all’articolo 2, comma h definisce la “promozione di programmi di educazione ai temi dello sviluppo, anche nell’ambito scolastico, e di iniziative volte all’intensificazione degli scambi culturali tra l’Italia e i Paesi in via di sviluppo, con particolare riguardo a quelli tra i giovani” come uno degli ambiti in cui si esplica la Cooperazione Italiana allo Sviluppo.
- Il Consiglio di Sviluppo dell’Unione Europea nel 2001 ha elaborato una apposita risoluzione su: “Educazione allo sviluppo e sensibilizzazione dell’opinione pubblica europea a favore della cooperazione allo sviluppo“. Comma 6 – “Il Consiglio desidera favorire un maggiore supporto all’educazione allo sviluppo nonché alla politica di comunicazione ad essa connessa, da parte della Commissione e degli Stati membri attraverso collegamenti più stretti tra i vari settori che possono aiutare la promozione dell’educazione allo sviluppo in ambiti quali le ONG, le scuole, le università, la formazione degli adulti, la formazione dei formatori, i media audiovisivi, la stampa, le associazioni, i movimenti giovanili; Comma 10 – Incoraggia le iniziative delle ONG e delle Istituzioni europee e nazionali, che mirano a sensibilizzare le popolazioni dei Paesi candidati all’adesione all’UE sull’importanza di sostenere la solidarietà internazionale nella lotta alla povertà nel mondo nonché di promuovervi in generale l’educazione allo sviluppo“.
- Alcune Regioni italiane hanno inoltre legiferato in materia; ad esempio la Regione Piemonte con la legge 67 del 1995 stabilisce che “la Regione interviene al fine di favorire il radicamento nella comunità piemontese della cultura di pace e dei suoi presupposti quali le libertà democratiche, i diritti umani, la non violenza, la solidarietà, la cooperazione internazionale e l’educazione allo sviluppo sostenibile.” (art. 1) e che “Per il raggiungimento delle finalità, di cui all’articolo 1, la Regione interviene realizzando, promuovendo o sostenendo iniziative: a) culturali, di ricerca e di informazione; b) di educazione e sensibilizzazione della comunità regionale; c) di formazione; d) di cooperazione internazionale con i PVS e i PECO; e) di emergenza e soccorso a favore di popolazioni colpite da calamità eccezionali o conflitti armati, nonché per ristabilire dignitose condizioni di vita.”(art. 3. comma 1).
Le forme aggregate della società civile europea, a cui aderiscono numerose Ong del Consorzio delle Ong Piemontesi, hanno dal canto loro prodotto in modo sintetico e condiviso una specifica definizione. Si tratta del risultato del lavoro del Forum EAS di CONCORD (la rete delle Ong europee) che nel novembre 2004, al termine di di un lungo processo di costruzione dal basso, si è così espresso: “L’educazione allo sviluppo è un processo si apprendimento attivo, fondato sui valori della solidarietà, dell’uguaglianza, dell’inclusione e della cooperazione. Essa permette di superare lo stadio iniziale della presa di coscienza delle priorità internazionali in materia di sviluppo umano, poiché apre lo sguardo sulla comprensione delle cause e degli effetti delle questioni globali e richiama all’impegno personale e all’azione collettiva e concertata. L’EAS incoraggia la piena partecipazione di tutti i cittadini allo sradicamento della povertà nel mondo ed alla lotta contro l’esclusione. Essa promuove politiche nazionali e internazionali più eque e sostenibili a livello economico, sociale, ambientale ed in materia di diritti umani.“
Ciò che si può cogliere attraverso il percorso evolutivo dell’Educazione allo Sviluppo durante gli ultimi decenni è il riconoscimento generale della sua funzione di supporto alle politiche di cooperazione ai fini della sensibilizzazione, della crescita di consapevolezza delle questioni dello sviluppo e della lotta alla povertà, dell’acquisizione di comportamenti in linea con il rispetto dei diritti umani, di una valutazione critica delle possibili opzioni per la costruzione di un mondo più equo.
Ma le definizioni restano lettera morta se non sostenute da politiche culturali attive di diffusione, implementazione e costruzione di spazi dialogici tra Istituzioni e società civile. La stessa definizione di CONCORD necessita di un lavoro di riflessione e di disseminazione con approccio partecipativo e reticolare nel mondo non-governativo. Il rafforzamento dell’EAS richiede l’impegno e la collaborazione di tutti i soggetti, governativi e non, che sono attivi sul territorio italiano e che hanno competenze ed esperienze da condividere.
Il rafforzamento dell’EAS sul territorio della Regione Piemonte è uno degli obiettivi che da sempre orientano le attività del Consorzio delle Ong Piemontesi e delle sue Ong.