di Marta Berbel Alberola
La mobilitazione L’Italia siamo già noi, conclusa il 3 novembre dopo 15 giorni di presidio permanente in Piazza Castello a Torino, chiede ancora la risposta dal Senato con nuove iniziative. Dal 20 ottobre al 3 novembre, numerose associazioni si sono alternate in piazza giorno e notte per chiedere che sia approvata la riforma della legge sulla cittadinanza, che permetterebbe il riconoscimento della cittadinanza italiana ai giovani di origine straniera, nati e residenti sul territorio, attualmente italiani di fatto ma non di diritto.
Alla festa di chiusura del presidio, erano presenti circa una cinquantina di enti, tra associazioni, sindacati e partiti politici. Secondo Beatriz Blacido della CGIL, il presidio “è stato una casa aperta a tutti e Torino ha reagito nel migliore dei modi. I negozi della zona ci hanno aiutato, ci hanno dato cibo e il collegamento alla corrente elettrica. Sono venute tantissime persone di tutte le età interessate a partecipare nel presidio”.
Vista la reazione positiva della cittadinanza all’iniziativa e la necessità di portare avanti la richiesta di una rapida discussione in Senato della riforma, il 20 novembre il comitato organizzerà nuovi momenti di mobilitazione nazionale. In questa data, in cui si celebra anche la giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, inizierà un sit-in alle 17.30 in Piazza Castello a Torino e, allo stesso tempo, una delegazione del comitato torinese sarà ricevuta a Roma, in Senato, dal Presidente Piero Grasso.
La mobilitazione è iniziata anni fa con la campagna L’Italia sono anch’io, promossa da una rete di associazioni che nel 2015 ha raccolto firme per proporre l’introduzione dello ius soli temperato e dello ius culturae. La legge è attualmente ferma in Senato: per non far calare l’attenzione su questa riforma, le associazioni hanno deciso di organizzare una grande mobilitazione della società civile. Vanessa Marotta dell’Ong LVIA ha spiegato che “dalla raccolta di firme a oggi, abbiamo continuato a fare pressione al Senato con manifestazioni e sit-in, ma adesso è urgente alzare l’attenzione pubblica sulla questione perché manca poco alla fine della legislatura e la riforma non può più aspettare”.
“Lo scopo del presidio permanente è stato spingere per la calendarizzazione della votazione della legge, ma allo stesso tempo informare la cittadinanza, spiegare in modo approfondito cosa comporta la riforma e fare chiarezza”, sostiene Elena Petrosino della CGIL. Il comitato organizzatore ha mandato una lettera a tutti i parlamentari piemontesi, al Consiglio Regionale, agli assessori regionali, al Consiglio Comunale e ai referenti delle comunità religiose. Inoltre, sono stati distribuiti 15.000 volantini e sono state raccolte 3.500 firme a favore della riforma mentre a livello nazionale ne sono state raccolte 48.338. Hanno firmato, tra gli altri, lo scrittore Roberto Saviano, il magistrato Gian Carlo Caselli e Don Luigi Ciotti (si può continuare a firmare online su change.org). “Bisognava contrastare in piazza la falsa informazione che circola su questo tema e diffondere informazioni corrette. Molte persone sono convinte che sia ora di approvare questa legge”, afferma Diego Montemagno, Presidente di ACMOS.
La rete torinese si conferma compatta e dopo il presidio e il sit-in continuerà la sua attività di sensibilizzazione e informazione finché la legge non sarà calendarizzata in Senato.
Galleria della festa del 3 novembre 2017 in Piazza Castello a Torino (foto di Marta Berbel Alberola)