Il Consorzio delle Ong Piemontesi, insieme ad altre 64 organizzazioni della società civile, ha firmato l’appello rivolto ai governi europei per richiedere urgentemente il ricollocamento dei minori non accompagnati confinati nelle isole greche verso gli Stati europei, tenendo in considerazione i legami familiari esistenti e il superiore interesse del minore. L’attuale situazione di crescente violenza e l’aumento degli arrivi richiedono un’azione ancora più tempestiva.
Oltre 1.800 bambini non accompagnati vivono negli hotspot dell’UE – Centri di accoglienza e di identificazione – nelle isole greche. I bambini sono privati dell’accesso ai loro diritti più elementari, come l’alloggio, l’acqua, il cibo, le cure mediche e psicosociali, nonché l’istruzione. Sarebbe sufficiente che ogni Stato membro dell’UE trasferisse solo 70 bambini non accompagnati per risolvere questa situazione.
Nell’ottobre 2019, il Ministro greco per la protezione dei cittadini Michalis Chrisochoidis ha inviato una lettera a tutti gli altri governi dell’Unione Europea chiedendo loro di condividere la responsabilità di ricollocare volontariamente 2.500 bambini non accompagnati dalla Grecia. Il 6 novembre 2019 ha informato la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo che solo un paese ha risposto.
Tuttavia, diversi Stati membri dell’UE hanno dimostrato che quando c’è volontà politica è possibile trovare una soluzione. La Francia si è recentemente impegnata ad accogliere 400 richiedenti asilo. Diversi sindaci in Germania hanno espresso la volontà di accogliere migranti presenti sulle isole greche, insieme alla Finlandia e all’Irlanda, mentre la Serbia e la Grecia hanno recentemente avviato una discussione sul trasferimento di 100 bambini non accompagnati.
È importante notare che la situazione dei bambini non accompagnati nel resto della Grecia è altrettanto allarmante. È urgente e necessaria una protezione efficace per i minori richiedenti asilo, compresi quelli che non hanno un genitore o una persona che si occupi di loro in Grecia.
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Foto: Tessa Kraan per Refugee Rights Europe
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